La
guerra sul fronte delle Alpi Occidentali Giugno 1940
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Il 10 giugno del 1940 l'Italia entrò in guerra contro Francia e Inghilterra schierandosi al fianco dell'alleato germanico. In questo modo fu abbandonata la politica della non-belligeranza e si tenne fede al Patto d'Acciaio firmato con la Germania di Hitler. Secondo la storiografia ufficiale l'Italia fascista scendeva in guerra dopo che le armate tedesche avevano già conquistato mezza Europa, una mossa ben calcolata e studiata a tavolino, prevedendo una guerra breve e vittoriosa e considerando l'attacco dell'Italia alla Francia solo come un espediente di Mussolini studiato per ottenere molto, dando poco. Ma soprattutto l'Italia poteva sedersi da grande al tavolo della pace e partecipare alla spartizione del bottino francese. Naturalmente la decisione di Mussolini aveva ben altre motivazioni: in un'Europa in guerra che si stava infiammando completamente, per l'Italia fu necessario schierarsi. Mussolini certo non avrebbe mai potuto scendere in guerra al fianco di Francia e Inghilterra, che negli anni precedenti avevano sempre ostacolato le aspirazioni territoriali italiane in terra d'Africa e nel Mediterraneo. Con la Germania nazionalsocialista c'erano analogie ideologiche e politiche. Sicuramente Mussolini e gli Italiani dopo i successi militari tedeschi in Polonia, in Scandinavia e sul fronte occidentale, credevano in una facile e rapida vittoria delle forze armate tedesche. Ma alla fine Mussolini decise di entrare in guerra soprattutto per risparmiare all'Italia un destino peggiore, affinché non diventasse improvvisamente il successivo obiettivo delle mire espansionistiche della Germania in Europa. Con le forze francesi già praticamente sconfitte da quelle tedesche, l'offensiva italiana doveva svilupparsi solo come una prova di forza, con alcune limitate penetrazioni oltre il confine francese. La campagna militare non fu però semplice: l'azione delle truppe italiane fu ostacolata dalle avverse condizioni del tempo, malgrado fosse quasi estate, che impedirono un adeguato appoggio dall'alto della Regia Aeronautica e sul terreno, un rapido movimento dei reparti in un settore montuoso già difficile da attraversare e massicciamente fortificato dai Francesi. Ancora oggi si racconta di una forte resistenza delle truppe francesi e delle loro posizioni fortificate, dimenticando che gli Italiani avevano ricevuto l'ordine di non accanirsi troppo contro di esse, ma solo di aggirarle e proseguire oltre. E così fu, malgrado la presenza di alcune posizioni che si difesero fino all'ultimo, alla fine i comandi francesi dovettero ordinare il ripiegamento delle loro forze, consentendo così alle truppe italiane di penetrare ovunque su tutto l'arco alpino. Superando molte difficoltà, con armi ed equipaggiamenti non adeguati, i soldati italiani, fanti, bersaglieri, alpini, Guardie alla Frontiera e Camicie Nere, seppero scrivere pagine di gloria militare combattendo valorosamente, con coraggio e abnegazione, compiendo numerosi colpi di mano e numerose azioni eroiche, meritandosi anche gli encomi degli stessi comandi francesi. Le numerose medaglie al valor militare concesse ai soldati italiani in questa breve campagna militare durata solo pochi giorni, ne sono un esempio. | ||
200 pagine, copertina a colori, numerose foto, mappe e documenti formato 17x24 IBN Editore | ||
Per informazioni: maxafiero@libero.it | ||
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