Nettuno, il 'Barbarigo' è in linea - Marzo 1944
Dopo l'8 settembre 1943, tra i reparti italiani che si offrirono subito di tenere fede all'alleanza con la Germania nazionalsocialista ci fu la Decima Flottiglia Mas del principe Junio Valerio Borghese. Subito dopo l'8 settembre, dalla sua base di La Spezia, il capitano di fregata Borghese contattò i tedeschi, informandoli della sua intenzione di continuare a combattere al loro fianco: il 12 settembre, Borgese stabilì con il capitano di vascello tedesco Berninghaus un trattato con il quale la Xa Mas veniva considerata alleata della Germania, ma appartenente di fatto alla Marina italiana, con bandiera italiana. Fu l'atto di nascita della Marina Nazionale Repubblicana: oltre al recupero di grandi quantità di materiali e mezzi, la Decima fece affluire nelle sue file anche un gran numero di marinai e soldati internati dai tedeschi. Migliaia di volontari si presentarono a La Spezia, chiedendo di essere arruolati nella formazione e rapidamente tutti gli organici dei reparti e delle scuole navali furono al completo. Venne decisa così la formazione di reparti di fanteria di marina: nell'inverno 43/44 vennero costituiti i primi tre battaglioni, il Nuotatori Paracadutisti, il Maestrale (rinominato poi Barbarigo) ed il Lupo. Il battaglione Barbarigo fu tra le prime unità italiane ad essere impiegata sul fronte di Nettuno per contrastare lo sbarco alleato avvenuto nel gennaio del 1944 sulla costa laziale, nei pressi delle località di Anzio e Nettuno (allora riunite in un solo comune chiamato Nettunia). Il 19 febbraio 1944, gli uomini del Barbarigo partirono per Roma, a bordo di autobus civili: il battaglione era strutturato su un Comando e quattro compagnie, per un totale di 980 uomini tra ufficiali e marò. Come armi c'erano i mitra MAB, alcuni fucili mitragliatori Breda 30 e qualche mitragliatrice Breda 37. Non c'era l'artiglieria, non c'erano le mitragliere e mancavano anche i cappotti per ripararsi dal freddo. Per la maggior parte dei giovani volontari mancava anche l'esperienza di combattimento. Le uniformi erano quelle grigioverdi da paracadutista con il basco ed il maglione a collo alto. Durante una sosta a Siena, si aggiunsero altri duecento volontari, tutti gli allievi della locale scuola Allievi Ufficiali della GNR. Il battaglione giunse nella capitale alla fine di febbraio, dopodiché fu avviato al fronte, che raggiunse il 3 marzo. Al Barbarigo fu assegnato il tratto di fronte tra il lago di Fogliano ed il Canale Mussolini, all'estremità sud orientale della testa di ponte. Di fronte ai marò era schierata la First Special Service Force, un reparto d'élite misto canadese e statunitense. Pur senza grande esperienza di guerra, i marò del Barbarigo, sotto l'incessante fuoco nemico che pioveva da terra, dal mare e dal cielo, su un terreno fradicio, subendo continue perdite, riuscirono a mantenere le loro posizioni con grande spirito di sacrificio. Restarono in linea per ben tre mesi, durante i quali impararono il mestiere delle armi sul campo. Inoltre, alle quattro compagnie fucilieri si aggiunsero, sempre formate sul campo, una quinta compagnia cannoni ed il gruppo d'artiglieria San Giorgio. Alla fine di maggio, l'offensiva alleata decretò l'abbandono della linea ed il Barbarigo si ritirò combattendo. La seconda compagnia si sacrificò in parte a Cisterna di Latina, ed il suo Guardiamarina Alessandro Tognoloni si guadagnò in un assalto individuale contro i carri alleati, la Medaglia d'Oro. La terza compagnia riuscì a restare compatta da Terracina a Roma sotto gli attacchi del nemico. Le altre compagnie e batterie che ripiegavano a piedi, finirono invece travolte. I resti del battaglione giunsero a Roma: erano circa 600 uomini. Con parte di essi, fu costituita una compagnia di formazione che si attestò fuori della capitale, per l'ultima resistenza alle avanzanti forze nemiche. Al mattino del 4 giugno 1944, gli uomini del Barbarigo abbandonarono Roma.
 
80 pagine, copertina in brossura a colori, formato 17x24, centinaia di foto e mappe edito da Soldiershop Publishing
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