Nell'estate
del 1942, le forze tedesche ritornarono ad attaccare sul fronte dell'Est,
questa volta concentrandosi esclusivamente nel settore meridionale, con
l'obiettivo di conquistare Stalingrado e il Caucaso, con i suoi ricchi
giacimenti petroliferi. La divisione Wiking, dopo essere stata impegnata
nella riconquista di Rostov, penetrò profondamente nelle regioni caucasiche,
superando i numerosi corsi d'acqua che attraversavano quelle terre, affrontando
mille insidie e mille combattimenti, contro un nemico sempre più agguerrito,
coriaceo e soprattutto inafferrabile. Malgrado tutto, i reparti SS riuscirono
ad arrivare fino alle lontane regioni asiatiche, minacciando di giungere
fino alle coste del Mar Caspio. Le condizioni del terreno, la forte resistenza
del nemico, i problemi logistici e le pesanti perdite, frenarono le sue
ambizioni e quelle di tutte le forze tedesche. Con l'aggravarsi della
situazione sul fronte di Stalingrado, le forze tedesche nel Caucaso, furono
costrette a ripiegare rapidamente per evitare di finire intrappolate a
loro volta e fu proprio la stoica resistenza dei reparti tedeschi di von
Paulus, a salvarle, dandogli il tempo di ritirarsi verso nord e ritornare
sulle posizioni occupate l'anno precedente. La divisione Wiking
fu impegnata in una terribile ritirata d'inverno, caratterizzata da durissimi
combattimenti contro il nemico e contro il freddo glaciale, lamentando
ulteriori pesanti perdite, riuscendo a ritirare i superstiti di quella
terribile avventura oltre il fiume Mius. Come per tutti gli altri numeri
di Fronti di Guerra, la cronologia degli eventi è raccontata attraverso
le testimonianze dei diretti protagonisti, i rapporti di guerra del periodo,
i documenti originali, il tutto accompagnato come sempre da un eccezionale
corredo iconografico, in parte inedito, mappe, documenti e immagini, provenienti
dagli archivi militari di tutto il mondo e dalle principali collezioni
private, per rendere ancora più avvincente la trattazione degli argomenti.
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